Skip to main content

Il primo simbolo dell’ouroboros conosciuto si trova in un testo religioso egiziano del XIV secolo a.C. trovato nella tomba del re Tutankhamon.

Il simbolo appare in un passaggio sull’origine del dio del sole Ra attraverso un’unione con il dio della morte Osiride, inteso a illustrare la creazione attraverso la distruzione.

Nel libro dei morti giacciono le immagini di un serpente legato al dio creatore Atum che si levò dalle acque della creazione. Si crede che il serpente rinnovi il suo ciclo (perchè lo rappresenta sotto ogni aspetto) ogni mattina.

Questo soggetto simbolico lo possiamo trovare anche nell’Horus bambino, il Sole nascente circondato dal serpente Mehen nel Papiro di Dama-Heroub.

Uroboro Egitto

Horus bambino, il Sole nascente circondato dal serpente Mehen nel Papiro di Dama-Heroub

Ricco di significato storico, simboleggia la rinascita, l’immortalità, l’eternità, la protezione, l’autosufficienza, l’unità e i cicli della natura.

Conosciuto come il più antico simbolo allegorico dell’Alchimia, l’ouroboros in questo contesto rappresentava il concetto di eternità e ritorno infinito, così come l’unità dell’inizio e della fine del tempo, piuttosto che i viaggi specifici dell’Egitto del sole e del Nilo.

L’ouroboros è entrato nella tradizione occidentale attraverso l’antica iconografia egizia ed anche attraverso la tradizione magica greca. È stato adottato come simbolo nello gnosticismo e nell’ermetismo e, appunto, in particolare nell’alchimia.

Questo simbolo (serpens qui caudam devorat), che rappresenta in sostanza la rigenerazione ed esprime una visione del del tutto positiva, tranne che nella dottrina cristiana che, ovviamente, lo vede come simbolo del malvagio.

L’uroboro o Ouroboros nei primi scritti dell’alchimia

Ouroboros o Ouoboro Alchimia

Un’immagine (Uroboro) disegnata nel 1478 da Theodoros Pelecanos in un trattato alchemico intitolato Synosius

Il serpente nei testi alchemici è spesso raffigurato come un ouroboros, il serpente che morde la coda e, chiaramente è un ovvio simbolo di circolarità, ed è anche talvolta considerato un simbolo alchemico
dei vari processi.

Il serpente è identificato con l’alchimia, e doppiamente così a causa della circolarità del sacrificio completo del serpente. Ha bisogno prima di essere completamente smembrato, la sua carne separata dalle ossa, e il suo corpo sistematicamente ricomposto in seguito.

Qui sembra esserci, quasi senza dubbio la prima opera, ovvero quella al Nero.

Questa separazione e la ricomposizione del cadavere del serpente ha lo scopo di completare il processo alchemico, e la circolarità del processo è resa evidente dalle omologie tra il sacrificio del “serpente” ed allo stesso tempo di Ione.

Senza perderci nei meandri ermetici della Grande Opera, possiamo ritrovare questo simbolo come visualizzazione artistica e grafica del fenomeno della morte e della rinascita, compiendo il delicato passaggio che ci porta alla scoperta della Pietra dei Filosofi.

Quale grande arcano si potrà scoprire, quando gli opposti, già dal principio, vengono ribaltati?

L’Alfa e l’Omega non sono più gli stessi! Perdono del loro significato mortifero e, contrariamente a quanti pensano negativamente, questa…. è la vera OPERA!

L’Ouroboros rappresenta l’energia vitale, questa forza che sembra disordinata e caotica poiché si autoalimenta. La vita si nutre della morte approfittando delle proprie debolezze: questa è la selezione naturale. La natura elimina ciò che non è adatto ed esce vittoriosa dalle sue lotte interne.

Quindi, sul lato positivo, l’Ouroboros simboleggia l’autofecondazione e la vita. In negativo uccide e distrugge, ma la morte che semina nutre la vita.

In definitiva, l’Ouroboros simboleggia la resurrezione permanente. Il declino, la scomparsa e la morte annunciano una nuova vita, più bella e più forte di prima.

Sugli scritti antichi, che riguardano l’Alchimia, avrò molto da dirvi, specie nei prossimi mesi quando, ritrovata un po’ di libertà profana, mi dedicherò a portare a termine e a concatenare tutte le mie ricerche.

Qualche curiosità sull’Uroboro. Esiste davvero?

Si, pare proprio che esista e, sencondo i miei calcoli qualche uomo o più uomini del passato si siano propriamente innamorati di questo simbolo che deriva da uno specifico animale che si trova in certe parti….dell’Africa.

Beh, la storia dei viaggiatori, filosofi e alchimisti pensanti potrebbe aver preso spunto da questa docile lucertola che si arriccia su se stessa. In fondo l’Oriente è sempre stata una fucina di sapere. Niente di strano sin qui!

Uroboro Lucertola

Ouroborus cataphractus ( Lucertola Armadillo ).

Per chi volesse vedere qualche raffigurazione di un Uroboro o Ouroboros nella propria città, gli basterà andare in qualche cimitero monumentale.

State sicuri che non ne uscirete depressi e scontenti. I cimiteri sono luoghi magici ed artistici. Nel loro ossequioso silenzio nascondono opere esoteriche di vario tipo, ma ne faremo una carrellata a tempo debito.

Se volete trovare il simbolo del “serpens qui caudam devorat”, spesso abbinato….ad una falena… riflettete sul suo significato.

Quando uscirete vi renderete conto che la vita è un contenitore da “riempire di conoscenza”. Non perdete mai tempo in cose futili o inutili.

uroboro cimitero

Uroboro con Clessidra. Cosa ci vorrà mai dire?

Ovviamente i commenti sono aperti. Mi farebbe piacere condividere con Te qualcosa in merito a questo simbolo.

 

Tau Magister I°

Leave a Reply